RI-COR-dare
Autore: Adriano Savioli
Quando scrivo queste righe, sono passati quattro giorni da una data molto importante per la coscienza e per la storia dell'umanità: il 27 gennaio.
Questo giorno dell'anno, come tutti sanno, è la giornata della MEMORIA e del RICORDO DELL'OLOCAUSTO DEL POPOLO EBREO di cui furono responsabili in modo spietato i nazifascisti.
Il verbo " ricordare" dal latino significa richiamare (re) in cuore (cor cordis); infatti gli antichi ritenevano che il cuore fosse la sede della memoria.
Il RICORDARE è un atteggiamento, che con il passare degli anni invade sempre di più la nostra vita personale ma anche professionale.
Si è soliti dire che l'esperienza di un medico non è altro che la capacità di ricordare la somma degli errori compiuti durante gli anni di lavoro professionale, al fine di ridurre il rischio di ripeterli.
Detta così appare un'affermazione scontata e alla portata di tutti, ma purtroppo così non mi sembra.
La capacità e direi l'umiltà di ricordare non è così scontata in questa società nella quale tutto ci sembra dovuto.
Il ricordo riconduce anche alla riconoscenza verso le persone che abbiamo incontrato e che ci hanno accompagnato nella crescita della nostra vita professionale e umana.
Il ricordo ci rende consapevoli che altre persone prima di noi hanno lavorato e costruito con fatica e passione.
La pandemia da COVID-19, che stiamo ancora vivendo nella sua drammaticità, ha permesso di avere più tempo per riflettere e per ricordare.
Le nostre stesse abitazioni che ben conosciamo e nelle quali siamo stati relegati durante il recente look down, sono diventate il luogo dei nostri ricordi.
Lo scorso 31 gennaio, in ospedale, ho incontrato due colleghi non giovanissimi: insieme abbiamo condiviso la netta percezione di una carenza della capacità di ricordare.
L'altro giorno mi sono ricordato che non mi era ancora arrivata la richiesta di assistenza domiciliare per una giovane donna allettata, portatrice di stomia tracheale e di PEG per la somministrazione di nutrizione enterale, che seguo da anni; abita con i due genitori anziani e ho deciso di telefonare ai genitori, che affranti mi hanno risposto: nostra figlia è in cielo da tre mesi!
Sono rimasto molto rattristato dalla notizia e dal dolore di questi due genitori anziani : nessuno si era ricordato di informarmi.
Per ricordare occorre avere la consapevolezza che il ricordo è un valore e non una perdita di tempo!
Seppur fondamentale e importante non basta ricordare i grandi eventi della storia, ma occorre ricordare nel nostro quotidiano nel senso etimologico del termine: riportare al cuore.
I nostri ricordi, apparentemente "piccoli e personali", nel loro insieme costituiscono la coscienza e la sensibilità della nostra comunità.
Adriano Savioli
Dirigente Medico
ASST Mantova